L’Abbazia di San Clemente a Casauria, in provincia di Pescara, ospita uno straordinario crocifisso databile alla metà del Quattrocento, opera oggetto d’esame del lavoro commissionato dal Parroco di Pescosansonesco.
Francesco Carullo è “l’artigiano 2.0” del legno chiamato a svolgere il lavoro di riproduzione del crocifisso antico. Grazie alle tecnologie per il legno e all’esperienza del lavoro, Francesco Carullo ha studiato con cura le diverse fasi di realizzazione.
Inizialmente, dopo aver ottenuto l’autorizzazione da parte della Soprintendenza Unica Archeologia, Belle Arti e Paesaggio è stato scannerizzato il Cristo attraverso lo Scanner 3D. Ottenute delle nuvole di punti, le scansioni sono state allineate in modo da avere un disegno CAD tridimensionale fedele al modello originale.
A questo punto, il software elabora le nuvole di punti e genera complesse superfici triangolari chiamate mesh. A tutto ciò è seguita la modellazione e la ricostruzione conseguente alla comparsa di evidenti segni lasciati dal tempo: nell’opera originale mancavano infatti delle parti. Tutto ciò seguendo l’anatomia del corpo e facendo riferimento alla storia della scultura del 1400.
Nello stesso tempo è stata studiata la collocazione dell’opera del Santuario del Beato Nunzio Sulprizio di Pescosansonesco: il crocifisso sarebbe stato collocato all’interno dell’apertura dietro l’altare che lascia intravedere la parete rocciosa.
Il progetto del Cristo sviluppato viene importato in software CAD-CAM. Tale programma consente la creazione di listati per le macchine CNC che rendono possibile la realizzazione di pezzi notevolmente più complessi rispetto a programmazioni effettuate a bordo macchina con codice ISO. Per quanto riguarda il Cristo è stata eseguita una sgrossatura e una finitura del fronte e del retro. Il materiale era stato preparato precedentemente attraverso un sistema di sezioni lineari sul modello CAD 3D in modo da avere con esattezza la quantità e la dimensione giusta del legno da lavorare. Il legno utilizzato è il faggio evaporato Paul Maier. A lavorazione CNC conclusa, l’opera è stata trasferita nel laboratorio di un maestro pittore che si è occupato della decorazione pittorica. Dopo un accurato studio dell’arte pittorica e scultorea del 1400, il maestro ha conferito all’opera un naturale colorito della pelle.
L’opera, ormai quasi pronta, è stata completata con la corona di spine in ferro battuto lavorata a mano. L’ultima fase eseguita è stata quella del fissaggio del Cristo alla Croce e l’installazione dell’opera nel santuario.